Premessa: questo post potrebbe tranquillamente appartenere alla categoria “Anche basta”. Lavorare sui social impone professionalità, aggiornamento costante e disciplina. Tieni a mente queste parole, torneranno senz’altro utili.
Siamo nel 2016 eppure alcune cose (orribili) io sui social continuo a vederle da anni. Che poi non sarebbe nulla di tragico se a condividerle fossero persone che utilizzano (e ce ne sono ancora parecchie) i social network per rilassarsi e intrattenersi. La cosa davvero fastidiosa è che la maggior parte delle cose che tra poco ti elencherò le vedo su pagine di brand, profili di professionisti, blogger e persone che con i social ci lavorano.
Sono solo 7 le cose che davvero, e te lo dico con il cuore, è meglio smettere di fare sui social. Sono semplici, basta applicarsi un minimo.
Vedo soprattutto profili di professionisti che pubblicano la qualunque senza alcun filtro privacy o differenziazione dei contenuti. Un minuto prima rilanciano un importante articolo di settore, un minuto dopo condividono una .gif idiota o arriva la notifica del delitto appena commesso su Criminal Case. Ecco, non so come dirlo, ma questa cosa non si può più vedere. Facebook permette una ottimale gestione della Privacy, basta settarla.
Sì lo so bene, sono utili per etichettare conversazioni e contenuti, sono persino divertenti a volte e ti capita di sorridere quando ne vedi uno nello status della tua amica che dice #credevofosseamoreinveceeraunaCeres, ma anche basta però, non sei d’accordo? Uno massimo 2 a contenuto ci possono anche stare (parlo di Twitter, su Facebook possiamo continuare addirittura a farne a meno). Su Instagram ok, hanno una utilità differente ma se quando pubblichi su Instagram metti la condivisione automatica su Facebook, ecco magari i mille mila hashtag aggiungili dopo, ok?
Qui mi rivolgo principalmente ai profili personali, perché per le pagine il discorso ovviamente è diverso. Se tu, professionista/blogger/influencer/equantaltro, passi la tua giornata a condividere la qualunque sul tuo profilo le cose sono 2: o non stai lavorando oppure il tuo ego è così smisurato che senti l’incontenibile impulso di farci sapere esattamente e in qualsiasi momento del giorno dove sei e cosa stai facendo/leggendo/studiando/analizzando/discutendo (e comunque secondo me è perché non stai lavorando). La verità è che il Personal Branding non si fa spammando contenuti in giro.
La moda di pubblicare citazioni su pagine e profili è al suo apice, ormai i quote sono all’ordine del giorno in moltissime content strategy. Nulla di male, per carità, se utilizzati coerentemente all’interno di una definita linea editoriale possono essere dei contenuti interessanti e ispirazionali e lo sappiamo tutti che questi ultimi sono anche quelli che creano di solito le maggiori interazioni. Ma appunto, devono essere utilizzati “a proposito” e non abusati e stra abusati.
È una pratica vecchia di anni ma che è dura a morire. Eppure è così fastidiosa che non mi capacito del perché non si vada estinguendo. Ci sono altri modi per aumentare l’engagement dei propri contenuti e chiedere insistentemente interazioni non è tra questi.
Anche basta, se sei un brand o un professionista che gestisce i profili social di un brand lo sai bene che per ogni social serve una content strategy adeguata, soprattutto nei formati da utilizzare che non possono essere gli stessi su tutti i social. Quindi stop alla condivisione compulsiva di contenuti identici su Facebook, Twitter (ah ma dai, il contenuto viene tagliato, non mi ero accorto!), Instagram & co.
Questo mi rifiuto persino di argomentarlo tanto mi pare frutto di una pessima strategia e di una lieve follia 🙂
Lo avevo detto che sono tutte cose semplici per cui anche smettere di farle non dovrebbe essere così complicato!
Tags: netiquette, social, social network, tips
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