Come (non) si scrive una email

Ogni giorno ricevo qualcosa tipo 120/130 email.

Non sono tutte indirizzate proprio a me, una buona parte arriva su un account info di uno dei principali progetti editoriali che seguo (se sei curioso, parlo di mammeacrobate.com)

Inevitabilmente, almeno ogni 2 giorni, mi prendo del tempo e mi dedico alla lettura di tutte queste email. Per la maggior parte sono comunicati stampa, inviti ad eventi o conferenze, segnalazioni di nuovi prodotti o attività, proposte di collaborazione da parte di singoli, agenzie, concessionarie.

Quando le mail sono indirizzate a me, sul mio account personale, tutto è apparentemente più facile. Di solito arrivano da persone che ho realmente incontrato in qualche evento, oppure che ho avuto modo di incrociare online, oppure che non conosco ma loro conoscono me e sanno perfettamente cosa faccio e in cosa posso essere loro utile.

Quando le mail sono indirizzate a un’ipotetica Cara blogger, alla redazione, alle Mamme Acrobate (questa strana entità), tutto si complica.

Ci sono errori o disattenzioni, però, universali e tali purtroppo da rendere completamente vana la comunicazione. Azzerano l’interesse che potenzialmente ci sarebbe potuto essere verso chi ti sta scrivendo. E queste disattenzioni capitano in entrambi i casi di cui sopra.

Senza nessuna presunzione, ma solo sulla base della mia esperienza, condivido qui le cose che mi portano a dire che “avresti potuto farlo meglio”:

  • Non sbagliare i nomi. Se non sei sicuro, non iniziare una mail con Ciao E-Manuela, Silvia, Chiara. Lascia perdere. A volte un Ciao generico suona decisamente meglio.
  • Non dimenticare le maiuscole. A inizio frase si usa la lettera maiuscola, i nomi propri hanno la lettera maiuscola, dopo il punto va la lettera maiuscola. Se non le usi mi fai pensare che sei disattento o solo frettoloso, e non va bene.
  • Non fare errori di grammatica o sintassi. Idem come sopra, presta attenzione nello scrivere esattamente come io presterò attenzione nel leggere (o almeno così tu ti aspetti da me).
  • Se non ti conosco, presentati. Mi capita di ricevere mail, a volte, che manco mia sorella! Se non ti conosco – e quindi per la proprietà transitiva tu non conosci me – sarebbe buona cosa spendere un paio di righe in più per presentarsi prima di passare alla parte dove mi stai chiedendo di fare qualcosa per te.
  • E alla fine… salutami. Altra cosa che pare scontata, ma non lo è. Mi vengono sempre in mente quei film americani in cui due personaggi parlano al telefono e poi attaccano senza salutarsi (si vede che nella versione tradotta il saluto si perde, chissà…). Ecco, tu non stai recitando in un film americano e io ti chiedo solo un po’ di educazione.

Poi chissà, magari tu nelle mail sei più fortunato di me e queste cose non ti capita mai di leggerle. Oppure no?

 

photo credit: Lívia Cristina via photopin cc

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